PLASTICA
I rifiuti di plastica che si rinvengono sulle spiagge (bottiglie, imballaggi, reti da pesca, sacchetti, fazzoletti ..) non rappresentano solamente un inquinamento di tipo estetico-paesaggistico ma costituiscono una minaccia per la salute degli organismi e dell’ambiente.
La plastica è un prodotto sintetico ampiamente utilizzato in molte attività e settori produttivi ed è prodotta in tipologie di varie dimensioni (macro-, micro-, nano-plastiche) e forme (frammenti, sfere, fibre) a seconda dell’utilizzo finale.
E’ costituta da polimeri ed è notevolmente resistente ai processi di degradazione naturale. L’esposizione ad agenti ossidanti come ossigeno e umidità, alle radiazioni ultraviolette, al calore e allo stress fisico-meccanico del vento e delle onde del mare tendono a frammentare le particelle di plastica riducendone le dimensioni fino alla formazione di microplastiche. Tali particelle se ingerite dagli organismi possono accumularsi e traferirsi lungo la catena alimentare causando danni fisici nell’attraversare le barriere biologiche o danni da contaminazione di elementi tossici veicolati dalle stesse. I tempi di degradazione della plastica sono molto lunghi e variano in base alla tipologia: le reti da pesca impiegano fino a 600 anni, pannolini, assorbenti e bottiglie di plastica fino a 450 anni, per un sacchetto di plastica non biodegradabile, invece, servono circa 20 anni. Le microplastiche costituiscono una fra le principali cause di morte per soffocamento di molti pesci ed uccelli marini che le scambiano per cibo.